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Tenuta San Guido Le Difese Toscana IGT 2023

Tenuta San Guido

Prezzo di listino €28,40 Prezzo in offerta €29,90

Prezzo unitario per 

Prezzo più basso negli ultimi 30gg: €26,60 EUR

Tipologia: Rosso

Denominazione: Toscana IGT

Paese: Italia

Regione: Toscana

Annata: 2023

Vitigni: Cabernet Sauvignon, Sangiovese

Affinamento: legno per 12 mesi

Volume Alcolico: 14,00%

Formato: 750 ml

Temperatura di servizio: 16-18° C

Allergeni: Solfiti

Consigliato con: Stinco di vitello

 

DESCRIZIONE

Colore rosso rubino di buona intensità. Al naso il frutto si manifesta in maniera molto evidente ed alquanto complessa. Intenso e persistente. Di buona struttura, di grande accessibilità e piacevolezza. Corpo solido, finale discretamente persistente.

ABBINAMENTI

Carni rosse, pollame nobile, formaggi stagionati.

PRODUTTORE

La contessa Clarice della Gherardesca porta in dote 2.500 ettari nella zona di Bolgheri, la Tenuta San Guido. Suo marito Mario Incisa intuisce subito che si tratta di uno dei più straordinari biotipi dell’Europa mediterranea e inizia a sperimentare alcuni vitigni francesi. Aveva infatti intuito una evidente somiglianza tra questi terreni di Bolgheri e la regione di Graves a Bordeaux, a lui molto familiare, per via di un suolo principalmente ghiaioso con presenza di argille, molto favorevole alla produzione di grandi rossi. Decise dunque di impiantare il primo vigneto di cabernet sauvignon, poco più di un ettaro di superficie vitata ad un’altezza di circa 400 metri sul livello del mare. Siamo agli albori del Sassicaia.
Dal 1945 al 1967 il Sassicaia, toponimo di un lembo di terra all’interno della Tenuta San Guido, rimane un prodotto strettamente privato, riservato alla famiglia e agli amici stetti. La prima annata ad apparire sul mercato nel 1971, è il 1968. La parentela degli Incisa con la famiglia Antinori, da parte dei Della Gherardesca, famiglia di provenienza di sua moglie Clarice, permette a Mario Incisa di entrare in contatto con il giovane enologo Giacomo Tachis. Insieme mettono a punto il primo rosso di taglio bordolese della storia di Bolgheri. Da quel momento il sodalizio continua per oltre 40 anni. Alla scomparsa di Tachis, avvenuta nel 2016, l’azienda continua a lavorare osservandone i precetti e le indicazioni.
Mario Incisa aveva fatto buoni studi, aveva relazioni, epistolari e diretti, con tutti i grandi nomi della viticoltura francese. La passione per l’enologia e l’enografia e il gusto raffinato, erano questi il suo biglietto da visita. Siamo negli anni 60 quando il figlio minore, Nicolò, inizia ad affiancare Mario Incisa nella gestione della proprietà di famiglia. Nicolò Incisa e Giacomo Tachis sono quasi coetanei, hanno una visione comune dell’enologia e gusti simili in fatto di stile. Il sodalizio si rafforza e la produzione del vino, a partire dalla prima vendemmia in commercio (1968), si fa più strutturata e controllata. La passione del padre, con l’arrivo di Nicolò Incisa, diviene un mestiere. Inizia a sondare i mercati esteri, con lui la reputazione del Sassicaia si consolida, il vino si fa notare per la sua personalità eclettica: è fine ed elegante, determinato e complesso. Si impone per finezza e aderenza al terroir,è da subito un vino che racconta il territorio, nelle sue molteplici varianti, suggestioni, complessità.
Siamo agli albori di una azienda moderna che Nicolò Incisa, negli anni, saprà governare e consolidare, con lungimiranza e grande responsabilità.
Giacomo Tachis è stato consulente enologico di Tenuta San Guido per oltre 40 anni, è passato alla storia come il padre del Rinascimento del vino italiano e ancora oggi la produzione viene fatta secondo le regole da lui suggerite e adottate fin dal principio.
Nel 1999 Giacomo Tachis, nell’indossare la corona di alloro in occasione della laurea Honoris Causa in Scienze e tecnologie agrarie presso L’università di Pisa, commenta: “Sono salito in cattedra ma mi sento sempre, come dicevano al mio paese, un mescolavino.” Dotato di un grande senso della misura, Nicolò Incisa aveva sempre detto “voglio essere produttore di un solo vino, il Sassicaia!” Ma verso la metà degli anni Novanta si ravvede. Il Merlot desta grande euforia nei palati nazionali e internazionali e Bolgheri non ne è immune ma diviene, anzi, una zona di grande interesse nel panorama vitivinicolo italiano. Si iniziano a produrre vini mono varietali utilizzando uve internazionali e il Merlot si sposa di frequente al Cabernet Sauvignon.
Avendo già nei primi anni Novanta intuito questa tendenza, Nicolò Incisa inizia a impiantare uve di Merlot nel tratto di terra che corre lungo il Viale dei Cipressi, tra l’oratorio di San Guido e su fino alla collina, attraverso il Podere Alberto. Il nuovo Millennio saluta l’esordio di un nuovo vino, il Guidalberto vendemmia 2000, un blend di cabernet sauvignon e merlot.
Con la vendemmia del 2002, arriva anche Le Difese, il piccolo di casa, con una componente di sangiovese che, insieme al cabernet, rimarca il suo essere toscano senza perdere l’impronta delle uve di cabernet, che rappresenta il fil rouge tra i tre vini di Tenuta San Guido. Tenuta San Guido è l’unica azienda ad avere vigneti atti alla rivendicazione di Doc Bolgheri Sassicaia, una tipologia nata come sottozona della DOC Bolgheri già nel 1994 e convertita a DOC autonoma nel dicembre del 2013.

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